RASSEGNA STAMPA

LA STAMPA - ''La polizia poteva evitare la Diaz''

Genova, 1 agosto 2010

PROCESSO G8, LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA: <<GRATTERI HA FALSIFICATO LE PROVE>>
''La polizia poteva evitare la Diaz''
Vertici condannati <<Studiarono falsita' per giustificare gli arresti>>

ALESSANDRA PIERACCI

Erano presenti, hanno visto, si sono resi conto del pestaggio tra urla e feriti, potevano evitare il massacro, ma l'unica preoccupazione e' stata quella di concertare la costruzione di prove false per coprire e giustificare l'irruzione. E tutto questo da parte di alti funzionari dello Stato che hanno giurato fedelta' e lealta' alle leggi. E' questo il senso della motivazione della sentenza d'appello che il 18 maggio ha condannato 25 imputati per la <<macelleria messicana>> nella Diaz, durante i giorni del G8, ribaltando l'assoluzione in primo grado. Motivazioni depositate dalla Corte d'Appello di Genova, presieduta da Salvatore Sinagra. Tra i condannati Francesco Gratteri, attuale capo dell'Antiterrorismo, Giovanni Luperi, oggi responsabile dell'Aisi (l'Agenzia informazioni e sicurezza interna), l'ex Sisde. Una spedizione che voleva rispondere, con pretesti labili (improbabile presenza di black bloc nella scuola) alle indicazioni del capo della polizia, Gianni De Gennaro, sulla necessita' di effettuare arresti per rimediare alla brutta figura causata dalle immagini di una citta' devastata.
La motivazione parla di <<falsita' studiate per giustificare gli arresti>> di <<stravolgimento logico che ha connotato la condotta dei funzionari>>. Ovvero <<il fine (procedere in ogni caso agli arresti) ha giustificato il mezzo (contestazione di falsa accusa di delitto associativo)>>. Quindi il verbale e' <<consapevolmente falso, dolosamente finalizzato a giustificare gli arresti, a calunniare gli arrestati e a coprire le violenze compiute da colleghi e sottoposti>>.
<<Il concorso morale accertato in capo a Luperi e Gratteri nella redazione dei falsi verbali - si legge nella motivazione - comporta la loro responsabilita' allo stesso titolo anche per la calunnia, essendo anche loro partecipi della specifica finalita' cui erano preordinate le false attestazioni.
Le prove erano state confezionate a tavolino: accuse di resistenza, di utilizzo di armi improprie, come le barre metalliche estratte dagli zaini, la falsa detenzione delle bottiglie molotov, la falsa aggressione con coltello all'ispettore Massimo Nucera.
<<Luperi e Gratteri erano pienamente consapevoli che la loro condotta costituiva approvazione ed esortazione alla formulazione delle false accuse per giustificare gli arresti, Luperi perche' esperto analista di terrorismo e criminalita' organizzata, lungi dall'essere stato vittima di inganni altrui, ritenendosi soddisfatto delle spiegazioni a suo dire ricevute a fronte delle sue evidenti perplessita' sull'accaduto e partecipando alla gestione delle bottiglie molotov; Gratteri perche', oltre a partecipare alla gestione delle molotov, ha anche concorso attivamente alla concertazione del contenuto degli atti da presentare all'autorita' giudiziaria>>.